Il peso della farfalla: il libro e la storia
Questo libro di Erri de Luca, edito da Feltrinelli e ascrivibile al genere del “racconto lungo”, mi è piaciuto moltissimo.
Della trama non vi dico più di quanto possiate già leggere nella quarta di copertina: è la storia de l’uomo (solo così, con questa parola piena di risonanze arcaiche, è presentato e nominato uno dei due protagonisti), un cacciatore di frodo ormai in là con gli anni, e de il re dei camosci, un vecchio animale a cui tempo addietro l’uomo aveva ucciso la madre. Due vite intense, due orgogliose solitudini, due cuori virili, diversi ma così simili, si fiutano e si incontrano nelle montagne in un giorno di novembre, pronti per il loro duello decisivo.
“Vivi e muori in questo giorno”: questa citazione dal bel film The grey di Joe Carnahan (anche lì un duello fra uomo ed animale, benché in tutt’altro contesto) mi sembra perfetta per sintetizzare il senso di questa scabra giornata di novembre che deciderà la sorte dei due.
La struttura e lo stile
Oltre alla storia in sé, ciò che mi è più piaciuto di questo libro sono la struttura, lo stile e quella che definirei la “densità” della parola, che si attaglia perfettamente allo spessore dei due protagonisti.
Quanto alla struttura, Erri de Luca ha organizzato il racconto giocando con una doppia alternanza: prima di tutto un’alternanza sul piano temporale, realizzata usando con maestria la tecnica del flashback. Il presente della storia è infatti concentrato in quell’unico giorno, ma una serie continua di analessi ci fanno via via conoscere il passato dell’uomo e del camoscio. In secondo luogo, un’alternanza sul piano dei personaggi: la trama infatti procede con un continuo avvicendarsi di paragrafi dedicati ora all’uno ora all’altro dei due protagonisti.
Potrei dire che leggere questo libro è come sfogliare in due diverse direzioni un volume che racconti due storie parallele, narrate una dalla pagina prima e l’altra dalla pagina ultima: ora leggendo l’una ed ora l’altra, si arriva al centro del volume dove le due storie si incontrano.
Quanto allo stile, questa scrittura è nuda terra, scabra roccia, e ricorda molto da vicino il linguaggio dal sapore arcaico e sapienziale dei poemi omerici. L’aspro di fuori dà spallate, ma la fiamma accesa tiene insieme legno e pietra. // La sera perfeziona l’opera grecca cominciata al risveglio, a cielo ancora buio. // Sta venendo neve, quella che si ferma.
In generale periodi brevi, a tratti brevissimi e densi: Il ragno era un collega. Nella sua stanza c’erano stesi i fili delle ragnatele intorno alla finestra. Al sole luccicavano per impigliare i voli. I ragni fissano reti con un centro e aspettano. Le prede vanno a loro. L’uomo doveva scalare per andare al centro delle prede. Il ragno era il più bravo cacciatore.
L’ultima pagina ci svela il senso del titolo “Il peso della farfalla” ed io, naturalmente, non vi dico nulla. Leggetelo!