Le origini della satira latina e Lucilio

Quando e come ebbe origine il genere letterario della satira?

Oggigiorno, la prima cosa che ci viene in mente quando parliamo di satira è un certo genere di comicità particolarmente diffusa in televisione e nel web, più o meno caustica e aggressiva a seconda dei casi e caratterizzata da una buona dose di vis polemica nei confronti ora di personaggi privati e pubblici e dei loro vizi e difetti, ora di abitudini diffuse, situazioni, avvenimenti; il tutto (quasi) mai a scopo meramente derisorio ma piuttosto didascalico: stigmatizzando e pungendo, mettere gli individui davanti allo specchio nella speranza che, vedendo se stessi con la lente del satirico, possano ravvedersi e correggersi.
Questo dunque il carattere intrinseco della satira, oggi come ieri: il tono polemico, l’asprezza beffarda e mordace, il nominatim laedere (fare cioè oggetto di satira personaggi chiaramente riconoscibili) sono tutti elementi già presenti nella satira antica e ancora oggi tipici di quei contenuti che definiamo “satirici”.

Attenzione, però: se oggi “satira” può essere uno sketch televisivo, una vignetta su un giornale o un video virale sul web, al contrario quando parliamo di “satira” con riferimento all’antichità non dobbiamo dimenticare che il termine indica _solo e soltanto_ un genere letterario ben definito e codificato nei contenuti, nello stile, nella lingua e nella metrica.
Iniziatore di questo genere letterario è considerato Caio Lucilio,
poeta latino originario di Sessa Aurunca, vissuto dal 180 al 103 a.C. nell’ambiente degli Scipioni: grande amico di Scipione Emiliano e Caio Lelio, fu infatti insieme a  Terenzio uno degli esponenti del cd. Circolo scipionico e anch’egli portavoce dell’ideale dell‘humanitas.

Di Lucilio e delle caratteristiche formali del genere “satira” vi parlo nella videolezione il cui link vedete in alto, in cui vi offro una spiegazione come sempre accurata e affidabile e accompagnata dalle mie tavole utili per prendere 📝.
Qui di seguito elenco solo alcuni punti-chiave che ritengo importanti per avere uno sguardo d’insieme sulla satira latina:

✔️ anzitutto, attenzione a non confondere la satira delle origini con la cd. satira drammatica: quest’ultima è una delle forme preletterarie teatrali e non ha nulla a che vedere con il genere satirico regolamentare successivo, se non forse per la mescolanza di temi. Ve ne ho già parlato qui: Origini del teatro latino;

✔️ etimologia di “satira”: molto probabilmente da satura lanx, il piatto ricco di primizie offerte agli dèi; anche in questo caso il comune denominatore è la ricchezza e la varietà, dei cibi da un lato e delle tematiche dall’altro (ve ne parlo approfonditamente nel video);

✔️ satura quidem tota nostra est: celebre affermazione di Quntiliano, rètore di età imperiale, con la quale si riconosce la circostanza che tutti i generi della letteratura latina furono importati dalla Grecia tranne la satira, a quanto pare appunto unica invenzione dei Romani;

✔️ le satire di Ennio: nonostante Lucilio sia unanimemente considerato l’iniziatore del genere, sappiamo che anche Quinto Ennio fu autore di satire, di cui ci rimangono solo pochi frammenti. Tuttavia, nonostante si rinvengano in essi la varietà di temi e gli spunti autobiofragici tipici del genere, mancano l’aggressività e il nominatim laedere e inoltre, dal punto di vista formale, si presentano in una varietà di metri mentre il filone satirico da Lucilio in poi obbedirà alla scelta obbligata dell’esametro;

✔️ dopo Lucilio, il genere continuò a perfezionarsi e codificarsi nelle sue caratteristiche tematiche e formali e fu coltivato in età imperiale, fra l’altro, da Orazio, le cui satire rappresentano una delle massime vette della letteratura ma anche del pensiero latino, da Persio e da Giovanale;

✔️ dal punto di vista metrico, interessante notare che come in latino la satira si espresse nell’esametro, così nella letteratura italiana essa si esprimerà nell’endecasillabo che, com’è noto, svolge nella poesia italiana il ruolo svolto dall’esametro in quella classica. Solo per citare alcune delle più famose, le sette satire di Ludovico Ariosto e quelle di Parini.