“Arrestate quei folli! Non voglio che insegnino al mio popolo a bere ed ubriacarsi!”, intima Licurgo alle sue guardie, dopo aver appreso che un corteo di Baccanti guidate da Dioniso e accompagnato da Satiri ha invaso il suo regno e si aggira per boschi e campi calpestando le messi.
Il Lycurgus (o Lucurgus) protagonista della tragedia non è il più noto legislatore di Atene ma il mitico re di Tracia figlio di Driante, che per la sua resistenza a Dioniso farà una brutta fine: il dio si vendicherà del trattamento poco… ospitale, ed i Traci festeggeranno per l’introduzione dei culti bacchici nella regione.
Del teatro di Nevio, come di quello di Livio Andronìco, ci sono rimasti solo titoli e frammenti (il primo di cui possediamo opere intere è Plauto); come vi ho spiegato nel video Il teatro di Nevio il drammaturgo campano fu per lo più un comico ma ebbe il suo peso nel campo della tragedia per aver inventato il sottogenere della fabula praetexta (la tragedia latina di argomento romano).
Fabula cothurnata (tragedia a trama e ambientazione greca) è invece il Lycurgus, dramma di argomento mitologico che aveva in realtà i suoi aspetti di attualità: il culto di Bacco/Dioniso era riconosciuto a Roma da tempi antichi ma nella 2ª metà del III secolo (quindi all’epoca di composizione della tragedia) si erano diffusi a Roma riti bacchici orgiastici che provocavano disordini sociali e portavano alla formazione di sette segrete. Per mettere un freno al costume dionisiaco, i Baccanali sarebbero stati proibiti all’inizio del secolo successivo (ma Nevio era già morto) con il famoso Senatusconsultum de Bacchanalibus (186 a.C.).
Ci restano di questo dramma poco più di 20 frammenti, ma sufficienti per farci un’idea dello stile e di quello che sarà il concetto romano del “tragico”: composti letterari sul modello dei nomi composti greci, già incontrati nella traduzione dell’Odusìa di Livio Andronìco; solennità, magniloquenza, espressione ridondante. Tutto ciò che poteva soddisfare la gravitas tipicamente romana.
Un’arte in netta antitesi con quella sfoggiata dal poeta nella sua produzione comica, di cui vi racconto nel video succitato.