La tragedia latina: storia breve di un genere teatrale
Storia breve è proprio il caso di dire con riferimento non solo alla videolezione il cui link vedete in alto, nella quale vi offro una breve sintesi per punti dell’evoluzione della tragedia latina (utile come ripasso a chi abbia già studiato i vari tragediografi e ne voglia avere uno sguardo riassuntivo d’insieme), ma anche a questo genere letterario in sé, che dalla sua nascita a Roma (più che nascita, un “trapianto” dalla Grecia, come vi ho già spiegato in Origini del teatro latino) fino al suo declino si sviluppa per circa 150 anni: un arco di tempo modesto rispetto ad una storia della letteratura quasi millenaria.
Del resto, la tragedia a Roma non ebbe mai una gran presa sul pubblico e fu ben lontana dall’assurgere a quel ruolo che aveva svolto nell’Atene classica: i romani al teatro non volevano riflettere su problematiche esistenziali o su questioni etiche e politiche, ma svagarsi e ridere. Essa era più che altro un veicolo utilizzato dalle classi aristocratiche per trasmettere i loro valori ed esaltare i nobili personaggi della storia di Roma.
Ancor più curiosa è la circostanza che il genere letterario che fu il primo ad esaurire la sua vitalità era stato anche il primo ad affacciarsi sulla scena (in tutti i sensi: scena teatrale e scena metaforica) letteraria romana: come infatti vi ho già illustrato nella videolezione su Livio Andronìco: vita e teatro, la storia della letteratura latina venne inaugurata proprio da una tragedia di questo autore, rappresentata nel 240 a.C., data che appunto segna tradizionalmente l’inizio della letteratura a Roma.
Dopo aver tracciato per punti le origini della tragedia con Andronìco, ripercorreremo l’evoluzione del genere attaverso cenni ai tragediografi successivi (di cui comunque vi ho già parlato ampiamente in singole videolezioni): anzitutto Nevio, spirito mordace e personalità eminente nel panorama del comico latino, ma che anche nel tragico merita di essere ricordato in quanto inventore del sottogenere teatrale della fabula praetexta, la tragedia di argomento romano, che si andò così ad affiancare alla fabula cothurnata, la tragedia di argomento greco.
Passeremo poi a Quinto Ennio, ricordato soprattutto come “padre” dell’epica latina ma che diede il suo contributo anche nel campo del teatro, e parleremo delle caratteristiche generali dello stile tragico romano.
Con Pacuvio ed Accio la tragedia conobbe il suo apice ma anche l’inizio del suo declino: questo genere, che come ho scritto all’inizio non ebbe mai successo presso il pubblico romano, cessò di essere produttivo già intorno ai primi decenni del I secolo a.C. Le tragedie di Seneca infatti, benché note e rappresentate ancora oggi, furono scritte per essere lette e non rappresentate.