Decameron II, 1: la novella di Martellino

Leggere il Decameron

In questa serie di articoli troverete schede di lettura delle novelle del Decameron affrontate secondo la seguente scaletta:
✔️ scheda generale (narratore, protagonisti, argomento generale);
✔️ la geografia del Decameron: un Padlet 🌍 con la mappa dei luoghi delle novelle;
✔️ sintesi per sequenze;
✔️ il messaggio morale e il significato.
☑️ E per questa novella anche un secondo Padlet con l’analisi dello statuto del personaggio! ⤵️

⚠️ Il contenuto di queste schede costituisce una guida/ausilio alla comprensione e NON sostituisce lo studio autonomo e la lettura del testo!

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Ascoltate anche le mie videolezioni introduttive alla lettura del Decameron: i link ai video di YouTube li trovate nei seguenti articoli:
La cornice del Decameron
La peste del Decameron
La brigata del Decameron: introduzione alla prima giornata
I temi del Decameron: Amore, Eros, Donna
I temi del Decameron: Religione, Fortuna

La novella di Martellino: scheda generale

🔵 Giornata II, novella 1
🟠 Narrata da: Neifile
🟢 Protagonisti: Martellino, Stecchi e Marchese,  giullari di corte ricordati anche da Franco Sacchetti nel Trecentonovelle; il santo della novella è Arrigo da Bolzano, un facchino tedesco morto a Treviso in odore di santità il 10 giugno 1315.
🟤 Spazio: dove si svolge la vicenda? Treviso
🔴 Argomento generale: come tutte quelle della II Giornata, si tratta di una novella di peripezia: i protagonisti, scampando ad uno o più pericoli, attraverso una serie di vicissitudini riescono in maniera del tutto insperata a salvare se stessi e/o i loro beni (per un’analisi più approfondita del contenuto della novella leggi il commento al termine dell’articolo).

La geografia del Decameron: la mappa della II Giornata

Leggere il Decameron è anche un viaggio meraviglioso e avventuroso attraverso tutta l’Europa mediterranea, che Boccaccio con le sue novelle percorre in lungo e in largo, e ciò vale in particolar modo per questa seconda Giornata dedicata alle peripezie: le vicende dei suoi personaggi, alcune delle quali costituiscono veri e propri romanzi in miniatura, ci conducono da una città all’altra e da una costa all’altra del Mediterraneo, l’altro grande protagonista di questi splendidi racconti.
E come viaggiare senza una mappa? Divertitevi a visualizzare i luoghi della II Giornata con il mio PADLET DI VIAGGIO! ⛵️
Il padlet qui in basso contiene una mappa geografica della II Giornata del Decameron. Quelle colorate sono le icone di tutte le dieci novelle; facendo tap sulle schede in basso vi apparirà il luogo della novella corrispondente.
Se avete problemi a caricare la mappa dal sito potete visualizzarla direttamente cliccando sul link qui di seguito:

https://dsr.padlet.org/pierpaoloquattrone/la-geografia-del-decameron-ii-giornata-83bnai8d3vsyjzc9

La novella di Martellino: riassunto per sequenze

1. Nella città di Treviso viveva un tedesco di nome Arrigo e di mestiere facchino, di povera condizione ma noto per la sua buona e santa vita, alla cui morte le campane di tutte le chiese della città avevano iniziato inspiegabilmente a suonare. Reputato santo, il suo corpo era stato trasportato nel Duomo e folle di storpi accorrevano per toccarlo e ricevere una miracolosa guarigione.

2. In quei giorni tre giullari di corte fiorentini si trovano in Treviso, uno dei quali di nome Martellino conosciuto per l’abilità nel travestirsi e nell’imitare chiunque, gli altri due di nome Stecchi e Marchese.

3. I tre apprendono la notizia del presunto santo e vorrebbero andare a vederlo ma, essendo impossibile l’ingresso nella chiesa a causa dell’enorme folla, Martellino escogita un inganno: si fingerà paralitico in modo che lo lascino entrare, accompagnato dai due suoi compari, e poi simulerà una guarigione miracolosa.

4. Il piano riesce alla perfezione data la straordinaria abilità di Martellino nei camuffamenti e tutti gridano al miracolo ma per disavventura nella chiesa si trova un altro cittadino di Firenze che, conoscendo e riconoscendo il giullare, svela a tutti l’inganno.

5. Martellino finisce malmenato e i due compagni se la danno a gambe per non subire la stessa sorte ma, una volta fuori dalla chiesa, Marchese, per tirare l’amico fuori dai guai, ha la trovata di recarsi dalle guardie e denunciare un falso furto ai suoi danni da parte di Martellino: in questo modo – pensa – le guardie lo prenderanno ma almeno lo sottrarranno al linciaggio della folla.

6. Il piano riesce ma solo in parte perché molti altri dei presenti, udendo della denuncia di furto e non parendogli vero di poter infierire su Martellino, prendono ad accusarlo anch’essi davanti alle guardie.

7. Condotto dal giudice del podestà, tenta di scagionarsi ma non viene creduto ed è torturato per poi vedersi prospettata l’impiccagione, fra la disperazione di Stecchi e Marchese convinti di averlo fatto passare dalla padella alla brace.

8. La disavventura vede il lieto fine grazie al racconto di tutta la vicenda (e di tutta la verità) fatto dai due compagni all’oste presso cui alloggiavano: egli, conoscendo un certo Sandro Agolanti, nobile fiorentino molto amico del podestà, lo manda a chiamare, gli racconta tutto e costui a sua volta, fra gran risate, va a narrare l’accaduto al podestà che “fece grandissime risa” e fatta donare a ciascuno una veste lascia tornare i tre sani e salvi a casa loro.

La novella di Martellino: schema dello statuto del personaggio

Il Padlet che vedete in basso vi offre una raffigurazione schematica delle peripezie di Martellino e dei conseguenti cambi di statuto del suo personaggio.
Lo schema delle peripezie potete seguirlo grazie alla sintesi di cui sopra: come vedete dalla posizione dei riquadri all’interno del grafico, a partire da un punto iniziale la condizione (cioè lo statuto come si dice in termini narratologici) di Martellino incomincia a discendere.

Principio di tale mutamento negativo, come sempre nelle novelle di peripezia di Boccaccio, è quello che potremmo definire un errore-madre: in tal caso, un errore di valutazione del rischio annesso all’attuazione dell’inganno.
Per frustrazione di intenzione si intende l’ottenimemto di un effetto contrario a quello a cui il personaggio mirava.
Ad ogni peripezia consegue un mutamento di statuto (in peggio) fino alla soluzione conclusiva (lieto fine) in cui la condizione del personaggio non solo torna al punto di partenza ma risulta anche migliorata (il miglioramento è di solito simboleggiato da un dono, in tal caso la veste – “fatta donare una roba per uomo“).

Consiglio di divertirvi a creare mappe analoghe (cartacee o su app idonee) analizzando le peripezie e i cambi di statuto dei protagonisti delle altre novelle della seconda Giornata!

https://dsr.padlet.org/pierpaoloquattrone/le-peripezie-di-martellino-6jtbw41xmzwqo4j7

Made with Padlet

La novella di Martellino: il messaggio morale e il significato (con un confronto tra Martellino e ser Cepperello)

A differenza della Giornata prima, la seconda ruota intorno ad un tema prestabilito dalla regina (Filomena) e al quale tutti i novellatori (tranne Dioneo in virtù del suo “privilegio”) devono attenersi: pertanto i racconti, in omaggio al comandamento di Filomena (ragionare di chi, da diverse cose infestato, sia, oltre alla sua speranza, riuscito a lieto fine), esemplificano il tema fondamentale della Fortuna: la sorte che, lungi dall’essere assimilabile alla Provvidenza cristiana, interviene nelle vicende umane innalzando o sprofondando gli individui  senza una logica conoscibile.

Le continue permutazioni della Fortuna sono dunque il motore narrativo delle trame di queste novelle così come di quella in esame: i personaggi, attraverso una serie di vicissitudini (in narratologia parliamo di peripezie, da cui l’espressione novella di peripezia), a partire da uno statuto iniziale subiscono una serie di mutamenti ora negativi ora positivi di stato, per approdare poi al lieto fine che in questa Giornata è d’obbligo (rientrando, come si è detto, nel comandamento della regina narrare storie a lieto fine).

Oltre a questa che è la tematica comune a tutte le novelle della seconda Giornata, il racconto di Martellino presenta anche un chiarissimo parallelismo con l’altra prima novella della Giornata precedente: la satira della religiosità tradizionale e della credulità popolare.
Se infatti in Decameron I,1: la novella di ser Cepperello avevamo un farabutto che in punto di morte riesce incredibilmente a farsi passare per santo e ad esser venerato come tale, qui ci troviamo di fronte ad un facchino tedesco morto realizzando un miracolo di dubbia autenticità (il suono delle campane) e fatto oggetto di pellegrinaggio; due personaggi e due situazioni molto diverse ma che offrono una stessa materia per la satira boccacciana: il culto delle reliquie, una delle espressioni più tipiche della religiosità tradizionale, e la credulità popolare fatta di speranza senza raziocinio.

Ed è appena il caso di notare che in entrambe le novelle Boccaccio osa la narrazione di un gesto sacrilego: la falsa confessione di Cepperello, sacrilego nei confronti di uno dei sacramenti, e il camuffamento da paralitico, sacrilego nei confronti della reliquia.

📖 Leggete anche le altre novelle della seconda Giornata del Decameron ⤵️

Decameron II, 2: la novella di Rinaldo d’Esti 
Decameron II, 3: la novella di Alessandro e l’abate
Decameron II, 4: la novella di Landolfo Rufolo
Decameron II, 5: la novella di Andreuccio da Perugia