Perché la poesia Al cor gentil rempaira sempre amore di Guinizzelli è ritenuta “manifesto dello Stilnovo?
La lirica di Guinizzelli Al cor gentil rempaira sempre amore è interamente incentrata sul concetto di gentilezza che, come è noto, è parola chiave dello Stilnovo.
Per “gentilezza” nella letteratura del Duecento si intende infatti non una generica “buona educazione” come nel linguaggio odierno, ma nobiltà d’animo in opposizione a nobiltà di sangue: ora, come vi ho spiegato nella lezione sul Dolce stil novo, gli Stilnovisti si identificavano appunto come una élite intellettuale e di spirito, una aristocrazia dell’animo contrapposta all’aristocrazia del sangue, pertanto la poesia di Guinizzelli, definendo appunto cosa esattamente sia la gentilezza e come la si acquisisca, diventa centrale nella poetica dello Stilnovo ma anche nella autodefinizione del gruppo di sodales che si identificavano come Stilnovisti.
Nella videolezione linkata in alto troverete una spiegazione chiarissima, affidabile e puntuale di questa difficile canzone. Qui di seguito lo schema logico del ragionamento di Guinizzelli e poi il contenuto sintetizzato per punti (vi consiglio però di ascoltare anche la videolezione ed utilizzare gli schemi seguenti per fare il punto conclusivo della poesia! 👍🏻 ).
Lo schema contettuale della canzone: cos’è la gentilezza e come la si acquisisce?
Dati i 4 personaggi della vicenda descritta nel componimento (Amore, Cuore prima vile e poi gentile, Natura, Donna), come vi ho spiegato nella lezione video, Guinizzelli descrive così il nascere della gentilezza e il suo rapporto con l’Amore:
1️⃣ L’elemento decisivo da cu tutto ha avvio è Natura: essa agisce sul cuore e lo rende gentile.
2️⃣ Nello stesso istante in cui Natura rende un cuore gentile, lo rende anche predisposto all’amore. Questo amore è contestuale ed indivisibile dal cuore gentile ma, come scrive Dante in un sonetto della Vita nova in cui spiega e parafrasa questa poesia (Amore e il cor gentil sono una cosa) dormendo si riposa. Amore è cioè per il momento una virtù in potenza.
3️⃣ Interviene a questo punto la Donna, l’agente esterno che trasforma la potenza in atto (amore in foco d’amore, cioè in innamoramento).
⚠️ Solo Natura può rendere gentile un cuore, non Amore! Esistono cuori che per natura rimangono vili, come il fango che non diventa pietra preziosa benché baciato dal sole (strofa 4), e non sono destinati a provare amore.
Al cor gentil rempaira sempre amore: contenuto delle sei strofe
1ª strofa: viene affermato e poi spiegato ricorrendo a similitudini il concetto di simultaneità e indivisibilità di amore e cor gentile. Natura ha creato il cor gentile nello stesso istante in cui ha creato amore e perciò tali due elementi sono indivisibili. Lo afferma anche Dante nel sonetto della Vita nova che spiega e parafrasa la canzone di Guinizzelli: Amore e il cor gentil sono una cosa.
2ª strofa: amore è “dormiente” (Dante, sonetto citato) nel cuor gentile, è cioè una virtù in potenza; affinché esso si risvegli e si trasformi in innamoramento, ossia in amore in atto, è necessario un agente esterno: la donna, qui paragonata ad una stella (l’immagine della donna-stella è gia diffusissima presso La scuola siciliana e molto cara a Guinizzelli).
3ª strofa: si ribadisce il concetto di simultaneità ed indivisibilità di amore e cor gentile attraverso altre similitudini.
4ª strofa: si afferma la superiorità della gentilezza intesa come nobiltà di spirito alla nobiltà di sangue e di famiglia. Si può anche ereditare una gran ricchezza, scrive il poeta, ma non si avrà mai un cuor gentile se la Natura non ci ha predisposti ad averlo.
5ª strofa: attraverso una similitudine astronomica, Guinizzelli spiega che non appena la gentildonna si presenta agli occhi dell’amante sorge in lui spontaneamente il desiderio di obbedirle.
6ª strofa: dialogo fittizio fra Dio e l’anima di Guinizzelli una volta morto. Il Signore rimprovera il poeta di aver dedicato ad una donna lodi che spettano solo a lui e di averla a luinparagonata; il poeta risponde che la donna ha natura talmente angelica (“donna-angelo” di Guinizzelli) che non è colpa del poeta se ha posto in lei amore.