Il posto del sonetto nella Vita nova
Il celeberrimo sonetto che vi spiego e commento nella videolezione di cui vedete la copertina (in cui trovate anche la parafrasi spiegata verso per verso) è tratto dalla Vita nova, l’opera giovanile stilnovistica di Dante, e ne occupa il capitolo XVII (o il XXVI, secondo altre suddivisioni). Siamo dunque alla fine della prima novena, nella sezione “in vita di Beatrice”: Dante, dopo l’esperienza dolorosa dell’amore sofferto e del saluto negato da parte di Beatrice, comprende che il vero senso dell’amore sta nella sua totale gratuità, nell’amore in sé che non si aspetta nulla in cambio, nemmeno un saluto. Di conseguenza, cambia anche nella poetica di Dante la funzione della poesia: per usare le parole del critico Guglielmo Gorni, da poesia-comunicazione a poesia-celebrazione; la lirica, cioè, non vuole comunicare il sentimento ma celebrare l’amata in modo del tutto disinteressato e, in questo senso, si può affermare che essa è poesia di lode.
La Beatrice di questo sonetto prefigura già la donna del Paradiso dantesco e, come vi spiego nel video (una delle mie lavagnette la vedete qui sotto), è costellata di attributi che si riferiscono a Cristo, a Maria, agli angeli.

Lo sguardo e il senso della vista nel sonetto
Nella mia videolezione rimando a questo articolo per un’altra chiave di lettura della poesia, che risulta interamente costruita intorno al senso della vista. Nel corso dell’intera lirica, Beatrice si mostra e mostra: si mostra, perché ella appare nel suo essere persona in carne ed ossa, ma mostrandosi mostra anche le sue qualità interiori; attraverso lo sguardo, il portamento, e insomma tutte quelle qualità esteriori racchiuse nel concetto di “onestà” (che, come spiego nel video, non indica “lealtà interiore” come nell’italiano moderno ma “decoro esteriore”), Beatrice manifesta il “cor gentile”, come avrebbe detto Guinizzelli.
Ogni quartina ed ogni terzina appare infatti costellata da riferimenti al senso della vista: oltre al vocabolo pare (che ricorre tre volte nel significato di “apparire”), abbiamo li occhi / guardare al v. 4, miracol mostrare al v. 8, mira v. 9, per gli occhi v. 10, labbia nel significato di “aspetto esteriore”, v. 12. Buon ascolto!