Leggere il Decameron
In questa serie di articoli troverete schede di lettura delle novelle del Decameron affrontate secondo la seguente scaletta:
✔️ scheda generale (narratore, protagonisti, argomento generale);
✔️ sintesi per sequenze;
✔️ il messaggio morale e il significato.
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Ascoltate anche le mie videolezioni introduttive alla lettura del Decameron: il link ai video di YouTube lo trovate nei seguenti articoli:
La cornice del Decameron
La peste del Decameron
La brigata del Decameron: introduzione alla prima giornata
I temi del Decameron: Amore, Eros, Donna
I temi del Decameron: Religione, Fortuna
La novella del monaco e dell’abate: scheda generale
🔵 Giornata I, novella 4
🟠 Narrata da: Dioneo
🟢 Protagonisti: due anonimi monaci appartenenti alla comunità di un monastero benedettino, uno giovane e l’altro il vecchio abate
🟤 Spazio: dove si svolge la vicenda? Toscana (Lunigiana)
🔴 Argomento generale: come le precedenti novella di ser Cepperello e novella di Abraam giudeo, anche questa è costruita intorno alla tematica religiosa e stigmatizza l’ipocrisia e la lussuria dei monaci.
La geografia del Decameron: la mappa della I Giornata
Leggere il Decameron è anche un viaggio meraviglioso e avventuroso attraverso tutta l’Europa mediterranea, che Boccaccio con le sue novelle percorre in lungo e in largo. I protagonisti di questa prima Giornata ci conducono da Parigi a Cipro all’Egitto passando per molteplici città italiane.
E come viaggiare senza una mappa? Divertitevi a visualizzare i luoghi della I Giornata con il mio PADLET DI VIAGGIO! ⛵️😊
Il padlet qui in basso contiene una mappa geografica della I Giornata del Decameron. Quelle colorate sono le icone di tutte le dieci novelle; facendo tap sulle schede in basso vi apparirà il luogo della novella corrispondente.
Se avete problemi a caricare la mappa dal sito potete visualizzarla direttamente cliccando sul link qui di seguito:
https://dsr.padlet.org/pierpaoloquattrone/la-geografia-del-decameron-giornata-i-h51fa1iu5yfldl4q
La novella del monaco e dell’abate: riassunto per sequenze
1. Premessa di Dioneo: anche questa novella, come quella di Decameron I, 3: la novella di Melchisedech giudeo, vuol dimostrare come intelligenza e prontezza di parola portino ad evitare a se stessi gravissima pena.
2. Un giovane monaco pieno di energia e nel fiore degli anni incontra una villanella fuori dal monastero e concupendola la convince a seguirlo nella sua cella.
3. Il monaco e la giovinetta si sollazzano sul letto ma (peripezia) proprio in quel mentre passa nel corridoio l’abate che, udendo lo schiamazzìo dei due, guarda dal buco della serratura e scopre il misfatto. Pur tentato di entrare e svergognarli, ritiene opportuno riflettere sulle modalità della punizione e torna nella sua cella.
4. Frattanto però il monaco, che già era sospettoso, si è accorto di essere stato scoperto. Subitamente confeziona perciò un piano che gli possa evitare la scontata punizione e, chiesto alla ragazza di rimanere nella cella, si reca dall’abate domandogli con una scusa il permesso di allontanarsi dal monastero. L’abate acconsente e prende le chiavi della cella.
4. Credendo che il monaco sia fuori dal monastero, l’abate medita se radunare gli altri monaci, entrare e mostrare a tutti la giovane per poi avere testimonianza della giustezza della futura punizione, o entrare da solo per accertarsi prima della identità della giovane: se infatti si trattasse della figlia di un qualche nobile, egli andrebbe a pentirsi di averla svergognata davanti a tutti.
5. L’abate opta per la seconda possibilità e si reca nella cella dove, vedendo la bellezza della giovane, e lei non essendo né di ferro né di diamante, si danno entrambi al piacere.
La novella del monaco e dell’abate: il messaggio morale e il significato
La premessa di Dioneo permette di ascrivere la novella al folto gruppo di quelle che esaltano il valore dell’accortezza e della prontezza di parola. Il monaco, infatti, è protagonista di una duplice accortezza:
1) la prima è quella di essere consapevole del rischio e quindi di rimanere vigile pur nella situazione di spasso; Boccaccio steso tiene a evidenziare tale accortezza: “Il monaco, ancora che da grandissimo suo piacere e diletto fosse con questa giovane occupato, pur nondimeno tuttavia sospettava“. Questo gli permette di accorgersi che l’abate lo ha scoperto;
2) la seconda accortezza sta nella capacità di elaborare prontamente una nuova malizia (un piano originale) anziché disperarsi e perdersi d’animo, come avrebbe fatto uno sciocco, la quale gli permette di raggiungere l’obiettivo, cioè evitare la punizione dell’abate.
Oltre alla tematica del valore dell’intelligenza, la novella affronta però anche quella, assai cara a Boccaccio, della concupiscenza carnale e dell’ipocrisia di preti e frati. In questo caso a esser presi di mira sono i membri di una comunità di benedettini della Lunigiana.
Il giovane monaco in realtà attira in minor misura lo stigma dell’Autore che sembra guardarlo con bonaria indulgenza quando afferma, quasi a mo’ di giustificazione, che né digiuni né veglie riuscivano a spegnere il vigore della sua gioventù e l’insopprimibile impulso dei sensi. Inoltre, in termini narratologici egli è l’eroe della vicenda, riuscendo ad evitare una conseguenza negativa per sé e dimostrando di essere più accorto dell’antagonista.
A calamitare lo sprezzo ed il feroce sarcasmo di Boccaccio è invece l’abate. Egli infatti:
1) anzitutto non gode, come il monaco, della scusante della gioventù che rende difficile sottomettere i sensi pulsanti, ed appare perciò come la macchietta piuttosto patetica del senex libidinosus della commedia latina (con la differenza, ovvia, che qui non stiamo parlando di un uomo comune ma di un servo di Dio che per voto e obbligo dovrebbe osservare castità).
La natura grottesca del personaggio è evidenziata da un doppiosenso osceno che fa riferimento alla stazza dell’abate e alla posizione assunta dai due durante l’amplesso, doppiosenso fra i più riusciti e geniali di tutta l’opera, che vi lascio gustare direttamente dalle parole di Boccaccio (par. 18);
2) inoltre, l’Autore fa ben emergere la pochezza e la meschinità del suo animo descrivendo il modo in cui il vecchio, rimuginando fra sé e sé sul da farsi mentre è nella cella con la giovane, riesce a trovare a se stesso gli alibi che gli permettano di darsi ai piaceri carnali senza sentirsi troppo in colpa (“peccato celato è mezzo perdonato“; se Dio ci manda un bene bisogna approfittarne). Comodo aggiustarsi la legge di Dio a propria convenienza! Questo è il messaggio che Boccaccio trasmette al lettore.
Il finale, vero colpo di coda del genio di Boccaccio, non contraddice la volontà di denuncia dei comportamenti impuri dei chierici ma sembra voler allonanare ogni intento di reprimenda moraleggiante ed affermare la potenza di Natura come istinto irrefrenabile alla gioia dei sensi.
📖 Leggete anche le altre novelle della prima Giornata del Decameron ⤵️
Decameron I,1: la novella di ser Cepperello.
Decameron I, 2: la novella di Abraam giudeo
Decameron I, 3: la novella di Melchisedech giudeo
Decameron I, 5: la novella della marchesana di Monferrato.
Decameron I, 6: la novella dell’inquisitore
Decameron I, 7: la novella di Bergamino
Decameron I, 8: la novella di messer Ermino Avarizia
Decameron I, 9: la novella del re di Cipri
Decameron I, 10: la novella di maestro Alberto