Federico II e la scuola siciliana

Che importanza ebbe la corte di Federico II di Svevia e quale fu il suo ruolo nella formazione della scuola siciliana? Perché Federico II è una figura importante nella letteratura italiana e non solo per la storia medioevale? A queste domande rispondo nella mia videolezione dedicata allo stupor mundi, il celebre appellativo dato a Federico II dai suoi contemporanei per via dello straordinario impulso che, attraverso la Magna curia, egli seppe dare alle scienze, alle arti, alla filosofia, in un clima multietnico e multiculturale.
Interrogativi simili, in realtà, se li era posti già Dante che, nel De vulgari eloquentiascrisse: “Quei famosi eroi, Federico e il suo ottimo figlio Manfredi, mostrando la nobiltà e la rettitudine del loro spirito, si comportarono da veri uomini, sdegnando di vivere come bestie“. Con tale affermazione, il poeta anticipa un concetto che avrebbe espresso anni dopo nella famosissima terzina infernale: fatti non foste a viver come bruti... Nonostante, infatti, come vi spiego nella mia videolezione sul De vulgari eloquentia, egli non ritenne il siciliano degno di assurgere a miglior lingua poetica italiana, Dante riservò parole di elogio ai prìncipi svevi, i quali avevano avuto il merito di essere i primi ad aver poetato in un volgare italico: “La sede del trono era allora la Sicilia, e ne è derivato che tutto quello che i nostri predecessori hanno prodotto in lingua volgare si chiamasse siciliano”.

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Ecco dunque spiegata anche l’origine della formula “poesia siciliana”. Per comprendere appieno La scuola siciliana, la sua poetica e la sua importanza nella storia letteraria e linguistica italiana è perciò  necessario un inquadramento storico che ci racconti cosa ci facesse un imperatore tedesco nel Sud-Italia e come mai presso la sua corte si sviluppò un movimento letterario poi conosciuto come “Scuola siciliana”.
Ve lo spiego nel corso del video con l’aiuto di un cartina e delle mie consuete lavagnette (ne vedete una nell’immagine).
Parleremo anche del significato di Magna curia, che non è altro che la “Gran corte” di Federico II, caratterizzata da una burocrazia accentrata grazie alla quale l’imperatore si proponeva di ridurre il potere dei signori feudali, sottraendo loro l’amministrazione della giustizia ed emanando norme a tutela dei vassalli. Buon ascolto!