Indovinello veronese

La questione del primo documento in volgare

Qual è il primo documento in volgare italiano? Domanda la cui risposta potrebbe sciogliere un secondo interrogativo: l’onore di averci lasciato il primo scritto in lingua non-latina spetta all’Italia o alla Francia? In realtà, stando all’analisi più accreditata dei testi a nostra disposizione, in questo caso Francia batte Italia. Scopriamo perché in questo breve articolo di approfondimento alla mia videolezione sui Primi documenti in volgare.

Indovinello veronese o Giuramenti di Strasburgo?

L’indovinello veronese, anche conosciuto come “Ritmo di Verona”, è un breve testo risalente all’VIII secolo d.C., quindi di un secolo anteriore ai Giuramenti di Strasburgo, il primo documento della lingua francese, con cui Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo stipularono alleanza contro il fratello Lotario. Si tratta appunto di un indovinello popolare che dietro la descrizione dell’aratura allude all’atto dello scrivere:

se pareba boves alba pratalia araba albo versorio teneba negro semen seminaba

Come nota Marazzini, la medesima metafora fu utilizzata da Giovanni Pascoli in una poesia di Myricae, “Il piccolo aratore”: Scrive […] : ara bel bello, / guida l’aratro con la mano lenta; / semina col suo piccolo marrello: / il campo è bianco, nera la sementa“. I versi pascoliani possono aiutare a parafrasare l’indovinello: “spingeva i buoi, arava bianchi prati, teneva un aratro bianco, seminava nero seme”. Chi è?? 🤔 LO SCRITTORE!! Sembra facile, no? Eppure pensate che quando fu scoperto grossi studiosi non riuscirono a decifrarlo, finché una studentessa universitaria di primo anno si ricordò di una filastrocca simile e risolse l’enigma.

La lingua del testo dimostra chiaramente che il latino è già sulla strada del volgare: notate la perdita della desinenza dell’imperfetto (seminaba – t, etc.) e i mutamenti vocalici (negro anziché nigrum); tuttavia, la veste linguistica complessiva è ancora troppo latineggiante e considerare questo indovinello come documento volgare risulta un po’ forzato. La lettura del Placito capuano, datato 960 e tradizionalmente considerato il primo documento in volgare italiano (quindi un secolo posteriore ai Giuramenti e due secoli all’Indovinello), può farvi capire cosa si intenda per “veste linguistica più volgare che latina”. Lo commento ed analizzo nel video succitato.

Insomma, stavolta Francia batte Italia – ma dobbiamo ancora parlare di vini e di formaggi…