Ci avete mai riflettuto? La letteratura greca nasce sotto il segno della guerra: l’Iliade, la prima opera della letteratura occidentale giunta fino a noi, è il poema incentrato sull’epico cozzo fra Greci e Troiani; la letteratura latina sotto il segno del teatro: tragedia e commedia sono i generi con cui Roma, imitando la Grecia, avvia la sua produzione letteraria; la letteratura italiana nasce all’insegna dell’amore. Cortese.
Cosa si intende per “amor cortese”? Sviluppatosi in area francese, più precisamente nelle regioni meridionali della Francia, intorno all’XI secolo, l’ideale dell’amor cortese (o fin’amor, per usare la terminologia antica) si riferisce ad una concezione del rapporto amoroso basata sulla sottomissione dell’amante all’amata (“Madonna”); costei, prefigurazione della donna-angelo di Guinizzelli e Dante, è per il cavaliere-amante fonte di perfezionamento interiore ma rimane irraggiungibile: tale forma di amore è infatti per sua natura irrealizzabile perché, in caso contrario, verrebbe a spegnersi quella tensione spirituale necessaria all’amante per affinare il suo animo.
Paradossale, rarefatto, così lontano dalla nostra cultura – almeno in apparenza -la concezione dell’amor cortese ha in realtà lasciato sia nei nostri schemi mentali sia nel nostro linguaggio un’eredità tuttora viva, e oltretutto fondamentale per comprendere secoli di produzione letteraria italiana: dalla Francia meridionale infatti, la culla dell’amor cortese, questa visione aristocratica e selezionata del rapporto amante-amata approderà per motivi storici in Italia, dove verrà utilizzata e rielaborata dapprima dalla Scuola siciliana e poi dalla poesia toscana, diventando fra l’altro la base culturale dello Stilnovo.
Una bella storia e un’eredità importante per questa singolare teoria amorosa che vale la pena di approfondire: potete farlo grazie alla mia videolezione. Buon ascolto!