I Promessi Sposi, capitolo I

I promessi sposi di Alessandro Manzoni

Schede di sintesi e di analisi per studenti ed insegnanti

 

Questa serie di articoli pubblicata nella categoria “Promessi sposi” del mio sito internet @Herr Quattrone è una guida alla lettura e all’analisi di ciascuno dei 38 capitoli del romanzo di Manzoni.
Potete usarla sia prima di leggere il capitolo, per facilitare l’approccio al testo, sia dopo averlo letto, per fare il punto del contenuto.

In ciascun articolo troverete:
✅  breve sintesi del capitolo per sequenze + esercizio ➡️ serve come guida alla lettura e per ricordare la trama del romanzo;
punti di analisi dei personaggi e di altri aspetti importanti del capitolo (vicende storiche, messaggio morale, etc.).

⚠️ Per gli studenti: Questi articoli non vogliono sostituire la lettura del romanzo ma aiutarvi a ricordare la trama e a focalizzare gli aspetti importanti del contenuto, perciò usateli con intelligenza accompagnandoli con uno studio serio!

Sintesi del capitolo I per sequenze

Esercizio: usate le sequenze come guida alla lettura ed individuate voi da quale riga a quale riga arrivano.

1) Celebre descrizione paesaggistica dello spazio in cui è ambientata la vicenda.

2) Don Abbondio torna verso casa percorrendo una sdradicciuola di campagna.

3) Dove la strada si biforca, due bravi sono in attesa.

4) Digressione storica che mostra al lettore chi siano questi bravi, attraverso la lettura di alcune gride.

5) Sequenza dialogica: i bravi minacciano don Abbondio affinché egli non celebri il matrimonio che l’indomani avrebbe dovuto unire Renzo Tramaglino e Lucia Mondella: Questo matrimonio non s’ha da fare.

6) Digressione per descrivere la psicologia di don Abbondio (un vaso di terra cotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro), la cui reazione è tutta determinata dalla paura, con rapido quadro della società del Seicento e delle sue sopraffazioni e violenze.

7) Soliloquio di don Abbondio di ritorno verso casa.

8) Finalmente a casa, dialogo con la serva Perpetua a cui il parroco racconta l’accaduto per poi salire disperato in camera sua.

 

Punti di analisi del testo

Utili per focalizzare gli aspetti principali del capitolo e prepararsi a interrogazioni e compiti.

I personaggi: don Abbondio

In una solennità che maschera l’ironia di M. entra in scena colui che determinerà tutta la tragedia del racconto.
Nei suoi atti c’è già tutta la sua caratterizzazione: abitudine, amore della quiete, spirito gretto.
Di fronte ai bravi, ancora prima di sapere cosa vogliano, già si pone nei modi di colui che obbedirà: Cosa comanda?. In questa domanda c’è tutto il servilismo del pauroso, e in lui possiamo riconoscere l’uomo pavido di ogni luogo e tempo; egli è però un curato che, a differenza dell’uomo comune, è tenuto per dovere cristiano a possedere energia e dirittura morale. La sua filosofia del quieto vivere, che lo rende schiavo della paura, è perciò stigmatizzata da Manzoni perché nasce da una debolezza dell’energia morale.
Ciò provoca il giudizio negativo di Manzoni che però emergerà meglio nel capitolo successivo.

In queste pagine l’interesse di M. sembra piuttosto concentrato sulla società del Seicento (digressione storica, sequenza 6): carenza di autorità, impotenza delle leggi, corruzione della giustizia, omertà, terrore. In un simile quadro, il giudizio morale di M. su don Abbondio si spegne nel compatimento ed emerge piuttosto la simpatia artistica nei confronti del personaggio e l’indulgente comprensione dell’autore. 
Don Abbondio è come un vaso di terra cotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro: forse la similitudine più nota di tutto il romanzo, diventata anche un proverbio. In quella società i deboli e i pacifici erano alla mercè dei violenti e dei prepotenti e il povero curato si era trovato a vivere in un mondo che non era fatto per lui.

I personaggi: Perpetua
Il carattere di Perpetua è architettato da Manzoni come complementare, sia dal punto di vista morale che artistico, a quello di don Abbondio: dal dialogo fra i due (sequenza 8) emerge che quanto lui è complicato e dubbioso, tanto lei è semplice e impulsiva. Pronta ad accogliere le proposte del buon senso, rispetto alla paura dell’altro, fa risaltare il giudizio negativo di M. verso il curato che per viltà tradisce i doveri del suo ufficio.