I promessi sposi di Alessandro Manzoni
Schede di sintesi e di analisi per studenti ed insegnanti
Questa serie di articoli pubblicata nella categoria “Promessi sposi” del mio sito internet @Herr Quattrone è una guida alla lettura e all’analisi di ciascuno dei 38 capitoli del romanzo di Manzoni.
Potete usarla sia prima di leggere il capitolo, per facilitare l’approccio al testo, sia dopo averlo letto, per fare il punto del contenuto.
In ciascun articolo troverete:
✅ breve sintesi del capitolo per sequenze + esercizio ➡️ serve come guida alla lettura e per ricordare la trama del romanzo;
✅ punti di analisi dei personaggi e di altri aspetti importanti del capitolo (vicende storiche, messaggio morale, etc.).
⚠️ Per gli studenti: Questi articoli non vogliono sostituire la lettura del romanzo ma aiutarvi a ricordare la trama e a focalizzare gli aspetti importanti del contenuto, perciò usateli con intelligenza accompagnandoli con uno studio serio!
Sintesi del capitolo III per sequenze
Esercizio: usate le sequenze come guida alla lettura ed individuate voi da quale riga a quale riga arrivano.
1) Sequenza flashback (analessi): Lucia racconta a Renzo e alla madre di aver incontrato un giorno don Rodrigo e un altro signore (si rivelerà essere il conte Attilio, cugino di don Rodrigo) i quali le avevano rivolto parole non belle, e di aver poi sentito loro dire scommettiamo.
2) Renzo reagisce al racconto con parole di collera ma Agnese lo frena e lui subito si placa.
3) L’idea di Agnese: rivolgersi per aiuto ad un uomo che abbia studiato, il dottor Azzeccagarbugli.
4) Renzo si reca da Azzeccagarbugli portandogli in compenso quattro capponi; breve presentazione della casa e del personaggio.
5) Renzo pone la questione all’avvocato: Vorrei sapere se a minacciare un curato, perché non faccia un matrimonio, c’è penale. Azzeccagarbugli non comprende e crede che Renzo voglia minacciare un curato e sapere se potrebbe cavarsela, perciò gli sciorina una serie di “gride” e di possibili soluzioni per aiutarlo a compiere il misfatto.
6) Chiarito l’equivoco, e appreso che il colpevole è don Rodrigo, l’avvocato mostra il suo vero volto: quel nome è per lui come un fulmine, aggredisce verbalmente Renzo e lo caccia di casa.
7) Intanto, nella casetta di Lucia e Agnese, giunge fra’ Galdino, un frate cappuccino che ogni anno viene per la raccolta delle noci. Metanovella (narrazione all’interno della narrazione): il racconto del miracolo delle noci.
8) Arriva Renzo e racconta quanto accaduto in casa dell’avvocato. Qualche santo ci aiuterà, replica Lucia.
Punti di analisi del testo
Utili per focalizzare gli aspetti principali del capitolo e prepararsi a interrogazioni e compiti.
I personaggi: Renzo e Lucia
In questo capitolo si incomincia a notare una caratteristica tipica della figura di Renzo, e cioè come egli abbia una parte “inferiore” a quella di Lucia. Le sue parole sono spesso inconcludenti e le sue reazioni passano facilmente dalla collera all’abbattimento. Durante il colloquio con l’avvocato, il suo complesso di inferiorità gli impedisce di parlare e di tenere le mani al posto giusto (Renzo, ritto davanti alla tavola, con una mano nel cocuzzolo del cappello, che faceva girar con l’altra…).
Al contrario, Lucia manifesta doti di lucidità e presenza di spirito, come anche più avanti nel romanzo nel corso delle prove a cui verrà sottoposta. Piange raccontando della “scommessa” di don Rodrigo, arrossisce per il pudore di raccontare l’accaduto davanti a Renzo, manifesta animo turbato e sensibile, religiosità popolana ma autentica quando reagisce ai (vani, in realtà) propositi di vendetta di Renzo (Il Signore c’è anche per i poveri; e come volete che ci aiuti, se facciam del male?”); al tempo stesso il suo contegno durante la vicenda è lucido e intelligente.
I personaggi: Azzeccagarbugli
L’avvocato è un altro di quei personaggi attraverso i quali M. critica l’ingiustizia e la falsità. Nel suo indaffararsi a cercare la grida fresca che possa aiutare Renzo a cavarsela dalle “sue” minacce al curato (così in un primo momento capisce Azzeccagarbugli!), vediamo la polemica di M. verso i mediocri e meschini strumenti con cui i legulei esercitano la loro professione in maniera truffaldina e fanno tutto fuorché tutelare la vera giustizia.
Anche qui, come con don Abbondio, M. usa l’ironia ed il tono comico per costruire un personaggio che è in realtà negativo ma, a differenza di quanto accade con il curato, per l’avvocato M. non ha simpatia artistica: egli diventa una caricatura, una macchietta, e così ce lo ricordiamo.