I promessi sposi, capitolo IV

I promessi sposi di Alessandro Manzoni

Schede di sintesi e di analisi per studenti ed insegnanti

 

Questa serie di articoli pubblicata nella categoria “Promessi sposi” del mio sito internet @Herr Quattrone è una guida alla lettura e all’analisi di ciascuno dei 38 capitoli del romanzo di Manzoni.
Potete usarla sia prima di leggere il capitolo, per facilitare l’approccio al testo, sia dopo averlo letto, per fare il punto del contenuto.

In ciascun articolo troverete:
✅  breve sintesi del capitolo per sequenze + esercizio ➡️ serve come guida alla lettura e per ricordare la trama del romanzo;
punti di analisi dei personaggi e di altri aspetti importanti del capitolo (vicende storiche, messaggio morale, etc.).

⚠️ Per gli studenti: Questi articoli non vogliono sostituire la lettura del romanzo ma aiutarvi a ricordare la trama e a focalizzare gli aspetti importanti del contenuto, perciò usateli con intelligenza accompagnandoli con uno studio serio!

Sintesi del capitolo IV per sequenze

Esercizio: usate le sequenze come guida alla lettura ed individuate voi le sezioni/i paragrafi del capitolo a cui corrispondono.

1) Sequenza descrittiva: paesaggio autunnale della campagna lombarda la cui chiave di lettura è però tutt’altro che serena: negli uomini affamati e nei lavoratori stanchi c’è il preannuncio della carestia.

2) Breve descrizione di fra Cristoforo, atteso in casa di Lucia (Domani il padre Cristoforo verrà sicuramente, disse Lucia… così si era chiuso il capitolo III).

3) La storia di padre Cristoforo: questa digressione occupa quasi tutto il capitolo, ed è preannunciata da un intervento diretto di M. (Ma perché si prendeva tanto pensiero di Lucia? … E chi era questo padre Cristoforo? Bisogna soddisfare a tutte queste domande).
Il suo nome di battesimo era stato Lodovico. Figlio di un mercante arricchito, era rimasto presto orfano e padrone di un notevole patrimonio. Sentendo orrore per le angherie dei potenti, si era messo in lotta con loro per proteggere gli oppressi. Per far questo aveva dovuto usare anche lui violenze, e la vocazione di farsi frate gli era nata appunto da una crisi di coscienza seguìta ad un fatto di sangue: aveva trafitto a morte un nobile che gli aveva ucciso un servitore, il cui nome era Cristoforo.
Così lasciò i suoi beni alla famiglia del servo scomparso, si ritirò in convento di cappuccini e volle chiamarsi Cristoforo dal nome del servo morto.
Prima di iniziare la sua nuova vita dette prova della sua volontà di espiazione e umiliazione presentandosi a chieder perdono alla famiglia dell’ucciso.

Da allora in poi non lasciò occasione di proteggere gli oppressi, ma senza mai più usare violenza (a questo si riferirà M. quando a proposito di Cristoforo parlerà di “uomo vecchio” e “uomo nuovo”).

Punti di analisi del testo

Utili per focalizzare gli aspetti principali del capitolo e prepararsi a interrogazioni e compiti.

Il capitolo di fra Cristoforo

È probabile che M. nell’inventare il personaggio di fra Cristoforo si sia ispirato ai vari racconti di conversione che circolavano nel Seicento, coerentemente alla sua intenzione di ritrarre la realtà storica del periodo: il personaggio del frate cappuccino va infatti interpretato nel quadro della situazione sociale dell’epoca. Essa emerge chiaramente durante la lunghissima sequenza digressiva (analessi) in cui M. racconta la storia del personaggio dalla giovinezza alla conversione, e in particolare in tutta la scena del duello e della strage, e nella splendida “scena madre” dell’umiliazione e del perdono nel palazzotto del signore.

La vita di Cristoforo come viene descritta in questo capitolo è la sintesi di quella duplice personalità che si vedrà sempre in lui: “l’uomo vecchio” battagliero e facile all’ira e “l’uomo nuovo” controllato e devoto all’umiltà.