I promessi sposi di Alessandro Manzoni
Schede di sintesi e di analisi per studenti ed insegnanti
Questa serie di articoli pubblicata nella categoria “Promessi sposi” del mio sito internet @Herr Quattrone è una guida alla lettura e all’analisi di ciascuno dei 38 capitoli del romanzo di Manzoni.
Potete usarla sia prima di leggere il capitolo, per facilitare l’approccio al testo, sia dopo averlo letto, per fare il punto del contenuto.
In ciascun articolo troverete:
✅ breve sintesi del capitolo per sequenze + esercizio ➡️ serve come guida alla lettura e per ricordare la trama del romanzo;
✅ punti di analisi dei personaggi e di altri aspetti importanti del capitolo (vicende storiche, messaggio morale, etc.).
⚠️ Per gli studenti: Questi articoli non vogliono sostituire la lettura del romanzo ma aiutarvi a ricordare la trama e a focalizzare gli aspetti importanti del contenuto, perciò usateli con intelligenza accompagnandoli con uno studio serio!
Sintesi del capitolo VI per sequenze
Esercizio: usate le sequenze come guida alla lettura ed individuate voi le sezioni/i paragrafi del capitolo a cui corrispondono.
1) Sequenza dialogica: lo scontro tra padre Cristoforo e don Rodrigo. Il frate agisce inizialmente di impulso e con poca diplomazia, senza esplicitamente menzionare il motivo della sua visita ma mettendo subito la questione in termini di coscienza e di onore e con ciò dando al signorotto pretesto di mostrarsi offeso.
Cristoforo cerca allora di correggere il tiro rivolgendosi a Rodrigo con tutta l’umiltà possibile ma quando, una volta messo in chiaro che la questione è quella di Lucia, il suo interlocutore suggerisce che Lucia si metta “sotto la sua protezione”, il frate esplode: in Cristoforo si fondono l’uomo vecchio e l’uomo nuovo, le sue parole sono durissime (Verrà un giorno…) tanto da provocare in Rodrigo un lontano e misterioso spavento, ma alla fine la prepotenza ha vinto e il padre è costretto a tornare sconfitto alla casa di Lucia.
Prima di lasciare il palazzo, incontra però il vecchio servitore di don Rodrigo, che è stato ad origliare e promette a Cristoforo che il giorno seguente andrà a trovarlo al convento in quanto sa molte cose…
2) La scena torna alla casa di Lucia e Agnese, che ad un tratto ha un’altra delle sue trovate (la terza: finora nessuna è andata ad effetto…), purché ci si metta cuore e destrezza: il matrimonio clandestino. A quanto pare, presentandosi all’improvviso di fronte al parroco con due testimoni e pronunciando le formule di rito, il matrimonio è fatto e si può andare a vivere altrove in santa pace.
Renzo, impulsivo, accoglie subito la proposta con entusiasmo ma Lucia, riflessiva per natura e portavoce della concezione morale di Manzoni, esprime le sue perplessità (“Se è cosa che non istà bene, non bisogna farla“… “Son imbrogli, non son cose lisce. Finora abbiamo operato sinceramente: tiriamo avanti con fede, e Dio ci aiuterà“).
Ma come si dice, “aiutati che Dio t’aiuta”, e Renzo si risolve ad andare a chiedere al suo amico Tonio di fargli da testimone.
3) L’ultima macrosequenza ci porta in un terzo ambiente, quello della casetta di Tonio. Cena scarsa per tante bocche affamate. Renzo invita Tonio all’osteria e lì gli rivela il piano, promettendogli un buon compenso: l’accordo è presto raggiunto. Ma Lucia non è ancora disposta a partecipare all’impresa: perché non parlarne con fra Cristoforo?
Punti di analisi del testo
Utili per focalizzare gli aspetti principali del capitolo e prepararsi a interrogazioni e compiti.
Rodrigo e Cristoforo
Il capitolo è strutturato in tre macrosequenze corrispondenti ad altrettanti ambienti, ma la scena principale è la prima, quella che (proseguendo dal capitolo V) si svolge nella sala da pranzo di don Rodrigo. Essa completa il ritratto del frate mostrandocelo in una situazione “combattiva”: di fronte al prepotente che rifiuta di ammettere la propria ingiustizia e, anzi, proprio per non ammetterla si mostra beffardo e provocatore, la virtù evangelica di Cristoforo acquista una potenza straordinaria che si sintetizza nelle famose parole “Verrà un giorno...”.
Come è stato ben scritto, “questa oscura minaccia segna una data nella vita di don Rodrigo” (Momigliano): il signore ha sì una sorda consapevolezza della sua malvagità, ma ci vogliono queste parole perché la sua coscienza addormentata abbia un primo segno di risveglio.
Renzo e Lucia
Il tema religioso perdura, mutatis mutandis, anche nella contrapposizione fra i due “promessi sposi”: come già detto nella sintesi, di fronte all’impulsività di Renzo che accetta subito senza farsi troppi scrupoli di morale il piano di Agnese (e di fronte a quest’ultima che lo pensa e lo propone), tocca ancora una volta a Lucia rappresentare la morale manzoniana del fiducioso abbandono alla fede: come nel capitolo III (“Qualche santo ci aiuterà: usate prudenza e rassegnatevi“), anche in questo caso la donna percepisce che il tranello che si sta per perpetrare ai danni di don Abbondio, pur essendo formalmente legale, non sta bene (ossia, non è moralmente corretto) e giunge dunque all’unica conclusione che la su anima pura può ammettere: se non sta bene, non bisogna farla.